SALUTO DI LETIZIA MORATTI

School Day 2003


 

SALUTO DI LETIZIA MORATTI, MINISTRO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA

School Day 2003

Roma 16 settembre 2003

Cari ragazzi, cari genitori, cari docenti, signor Presidente della Repubblica,

abbiamo voluto dedicare questo grande appuntamento per l'avvio dell'anno scolastico 2003 - 2004 al tema "Scuola italiana - scuola europea", perché siamo profondamente convinti che lo sviluppo di una comunità solidale e forte in Europa appare sempre più una delle condizioni necessarie per assicurare anche al resto del mondo un futuro di pace e di crescita.

Senza l'apporto di una visione comune del bene, della giustizia, della solidarietà - una visione che poggi stabilmente sulle radici umanistiche e cristiane della cultura europea - il destino dell'umanità intera sarebbe più incerto e meno sicuro.

A voi giovani europei di oggi e domani - ai 75 milioni di ragazzi e ragazze tra i 15 ed i 25 anni che rappresentate la più importante risorsa strategica per il nostro sviluppo - dobbiamo dare il senso del vivere civile e della convivenza sociale, formando coscienze che custodiscano il valore della vita, del rispetto reciproco, della responsabilità personale, della legalità, della giustizia, della democrazia e della pace.

Per questo motivo la scuola, che negli ultimi decenni ha privilegiato il sapere rispetto al saper essere e al saper fare, deve recuperare fortemente la sua missione educatrice. Solo una scuola che sa educare ai fondamenti etici della vita - la responsabilità personale, gli ideali, i valori, l'importanza della relazione con gli altri, può formare i futuri cittadini, veri protagonisti del proprio destino e di quello del Paese. Una scuola che educa alla convivenza civile significa dunque insegnare ai giovani a partecipare attivamente alla vita sociale e quindi alla solidarietà verso gli altri.

Gli atti di "solidarietà di banco", che presentiamo oggi, da parte di studenti delle scuole italiane verso i compagni meno fortunati che studiano nelle aree dilaniate dalla guerra nell'ex-Jugoslavia ed in Afghanistan, sono una testimonianza concreta di questi sentimenti di comprensione e di amore senza confini.

I bambini di due scuole di Torre del Greco e di Napoli, insieme ai volontari della Caritas, hanno realizzato un gemellaggio con i ragazzi serbi ed albanesi di una scuola in Kossovo, scambiandosi costantemente aiuti ed incoraggiamenti. Alcuni di questi ragazzi sono oggi qui con noi, grazie all'ospitalità delle famiglie del napoletano.

I ragazzi di una scuola di Terni, insieme ai soldati delle nostre forze armate in missione di pace in Afghanistan, hanno lavorato per costruire una scuola, offrendo anche materiale didattico, destinato a 100 studenti di un villaggio nei pressi di Kabul, che non avevano né strutture né libri.

Dunque molti di voi hanno manifestato ancora una volta profonde aspirazioni per una umanità più ricca di valori essenziali, di altruismo, di onestà, di voglia di vivere, anche attraverso la scuola, una vita di responsabilità e di solidarietà.

Questi slanci dei giovani non vanno lasciati cadere. Questa ricerca del senso della vita dei giovani va aiutata, incoraggiata e considerata una grande risorsa nazionale, europea. Recentemente proprio il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha ricordato, con toni amareggiati e preoccupati, come l'Italia detenga il primato della disoccupazione giovanile tra i 15 ed i 25 anni.

Ed è stato ancora il Presidente Ciampi che ha ricordato come il miglior passaporto dei giovani per il futuro è quello di avere più scuole di qualità, più formazione professionale, più università.

Cari ragazzi,
chi studia di più ha posti di lavoro migliori, più remunerati, più qualificati. Il tasso di occupazione per chi ha un titolo di studio inferiore al diploma è del 44%, mentre sale all'81% per chi è in possesso della laurea.

I dati confermano come il reddito medi annuo, nella fascia di età tra i 30 e i 44 anni, è quasi il doppio in Italia per chi ha un titolo universitario rispetto a chi ha un diploma inferiore a quello di scuola secondaria.

Il nostro compito è quello di dare a tutti i giovani la possibilità di avere un successo formativo perché tutti possano accedere ai mestieri, agli impieghi, alle professioni, perché ci possano essere più posti di lavoro per i giovani, più qualificati e più remunerati.

Tutto ciò pone la necessità di individuare politiche che rispondono alle nuove esigenze dei giovani, con nuovi progetti, con nuove risorse.

Ecco la vera spesa previdenziale da aumentare: quella che investe sul futuro.
Ecco perché stiamo lavorando per adottare strategie e misure per aumentare e qualificare gli interventi finanziari pubblici nel campo dell'istruzione e della formazione, in Italia ed in Europa.

L'adozione di questa visione, che io credo stia raccogliendo crescenti consensi non soltanto tra i Ministri dell'educazione europei ma anche tra i responsabili delle politiche sociali e del lavoro, permetterà di assumere misure "mirate" sui reali bisogni dei giovani e delle loro famiglie focalizzando gli interventi dello Stato, incrementando gli investimenti pubblici in istruzione, formazione e ricerca, aprendo ai giovani la strada dei mestieri, delle professioni ed agli impieghi, valorizzando tutti i talenti disponibili nelle nuove generazioni.

E' con questo impegno a lavorare in queste direzioni che saluto gli studenti, le loro famiglie ed i docenti, insieme a tutti coloro che hanno compiti educativi e che stanno per iniziare un nuovo anno scolastico di studio e di crescita.

Un augurio particolare va ai ragazzi ed ai docenti delle scuole dei paesi europei, idealmente rappresentate questa mattina da alcune classi francesi, inglesi e tedesche presenti qui, al Vittoriano degli italiani, per celebrare insieme ai compagni italiani questo appuntamento di gioia e di festa.

Buon anno scolastico a tutti.