Certificazione di Qualità

ISO 9001/UNI EN ISO 9001 - Ed. 2000


 

 

Interventi:

 

Roberto PASOLINI

 

Ringrazio tutti i presenti. Ringrazio chi ha voluto gratificarmi e gratificare la nostra scuola, con la sua amicizia, venendo qui oggi. Anche cariche istituzionali ed ispettori, non li nomino tutti per non dimenticarne qualcuno, il segretario dello Snals Codisposti, l’amica preside Tabarelli, la preside Spoliti, Luisa Ribolzi che fa parte della Commissione Parità al Ministero, la giornalista D’Amico, il Consigliere Comunale Lucini, il Provveditore di Legnano Zitolo.

Ho volutamente lasciato per ultimo, per un ringraziamento particolare, il direttore generale dott. Dutto, che, nonostante tutti i suoi impegni, ha voluto gratificarci con la sua presenza.

Ora darei il via a questa nostra giornata che, mi piace dire è una giornata che nasce un po’ da lontano. Oggi siamo qui a festeggiare una tappa e non un traguardo, così l’ho definita con i ragazzi, le famiglie, i miei insegnanti, nel senso che una modalità che ha sempre contraddistinto il nostro “fare scuola”  è stata quella di cercare sempre un miglioramento rispetto a quanto stavamo facendo. Sulla “qualità” erano anni che “ci stavamo attrezzando”. Siamo andati con i piedi di piombo e abbiamo prima cercato di crearci una mentalità: cosa vuol dire lavorare con qualità e, poi, lo scorso anno abbiamo fatto questo passo. L’ingegner Gorini nel suo intervento ci dirà in che modo abbiamo potuto raggiungere questo risultato.

Dico “parte da lontano” perché la giornata di oggi è frutto non di qualche mese di lavoro ma di anni di lavoro. Mi fa piacere pensare che in questi giorni, in occasione dell’Open Day, qualche insegnante si sia preso la briga di fare la ricostruzione della storia della nostra scuola perché i 50 anni che abbiamo trascorso fanno trasparire, dal mio punto di vista, una cosa fondamentale: sono passati i tempi, sono passati gli anni, il 1946 ufficioso, il 1947 ufficiale, quando è iniziata questa avventura che qualcuno di voi sta vivendo da trenta o quaranta anni. Negli anni la nostra scuola si è modificata ma avuto sempre soltanto un filo conduttore. L’attenzione fondamentale era per prima cosa la passione educativa: se abbiamo scelto come famiglia di portare avanti un’impresa di questo tipo è perché c’era la passione educativa; in secondo luogo l’attenzione a voler creare sempre le condizioni perché gli studenti che si avvicinano alla nostra scuola, le famiglie che venivano a chiedere il nostro aiuto, potessero trovare, gli studenti in modo particolare, il giusto vestito, la giusta condizione, per esprimere e valorizzare le loro potenzialità. Mi fa piacere pensare che la Riforma oggi parli di percorsi personalizzati: noi non li abbiamo mai chiamati così, dovremo farlo, ma ci siamo sempre preoccupati nella sostanza di pensare che se uno studente si rivolgeva alla nostra scuola aveva un suo bisogno, una sua personalità, una sua realtà e dovevamo trovare il modo perché lui potesse esprimere e potenziare le sue prerogative. Abbiamo cercato questo in modo particolare con la costruzione di un rapporto personale. Ecco a me fa piacere vedere qui questa mattina diverse persone, anche insegnanti che non insegnano più da noi, ma che sono tra coloro che nei primi anni insieme a noi hanno pensato di dare il loro contributo alla costruzione di questa iniziativa, perché il rapporto personale è la cosa su cui abbiamo scommesso, convinti che se si crea un ambiente in cui gli studenti vengono volentieri, chi lavora cerca di lavorarci volentieri, indipendentemente dalle difficoltà quotidiane che possono certamente sorgere, possiamo pensare che la scuola possa crescere. La seconda scommessa, quella forse più difficile, è di aver impostato tutto, dagli anni in cui la scuola era basata sui corsi di recupero, fino agli anni ’70, agli anni in cui abbiamo cercato di diversificarci pensando a percorsi di studio solo “nostri”: la scuola elementare bilingue, che ormai ha vent’anni di vita, il liceo europeo di dieci anni fa, tanto per citarne soltanto due, è di cercare di coniugare il difficile equilibrio tra disponibilità verso gli studenti e pretesa nella preparazione. Qualcuno a volte legge la disponibilità come concessione di valutazioni più favorevoli, il “chiudere un occhio”: noi abbiamo sempre cercato di tenere la barra ferma quanto abbiamo potuto per dire che la preparazione è la preparazione, che è un dovere dare ai ragazzi la preparazione giusta, la competenza giusta, “quello che gli servirà dopo”, nel far capire loro quanto questo sia importante, e coniugare questo attraverso la disponibilità, essere al loro servizio, perché la scuola è un servizio, per aiutarli affinché riescano a raggiungere gli obiettivi previsti. Penso di poter dire che ci siamo riusciti perché dalla nostra scuola sicuramente sono usciti diplomati che a fatica hanno raggiunto quegli obiettivi, altri che hanno raggiunto l’eccellenza. Stamattina ce n’è qualcuno con noi, sia di quelli che l’hanno raggiunta qualche anno fa, sia di quelli che l’hanno raggiunta nell’ultimo anno. Finché riusciremo a far uscire ragazzi che a fatica riescono a raggiungere gli obiettivi minimi e ragazzi che, puntando all’eccellenza, possono raggiungere questo loro bellissimo traguardo, penso che saremo sulla strada giusta.

Chiudo con un grosso ringraziamento a tutti gli insegnanti in modo particolare al gruppo che ha voluto dare la sua disponibilità l’anno scorso e l’ingegner Gorini e la dottoressa Santi, che sono qui presenti, sanno come hanno preso con entusiasmo questo impegno anche se era un lavoro in più e si chiedeva loro una fatica in più. Io dico sempre che la scuola è fatta di buoni studenti, di buoni insegnanti, di buoni dirigenti: se vi è solo una di queste componenti non uscirà mai una buona scuola e quindi se siamo riusciti ad ottenere la certificazione di qualità sono convinto sia frutto del lavoro di tutti. Quando agli inizi, circa sette/otto anni fa, si parlava di qualità totale qualcuno la pensava come un valore assoluto, totale, ma significava semplicemente, ce l’hanno insegnato dopo, che è totale perché comprende il coinvolgimento di tutti per il raggiungimento di un obiettivo comune. Penso che questo spirito l’anno scorso sia aleggiato ed il ringraziamento che faccio oggi è proprio per questo motivo, perché se abbiamo raggiunto questo traguardo è perché tutti abbiamo portato il nostro contributo, ognuno per il suo ruolo.Chiudo il mio intervento rinnovando a tutti voi presenti per questa giornata, un caloroso ringraziamento e passo la parola al Direttore Dutto.


 

Dottor Mario Giacomo DUTTO

Direttore Generale Ufficio Scolastico della Regione Lombardia

 

Grazie al professor Pasolini per questo invito.

Per me le mattine del sabato sono un po’ particolari, ma non volevo assolutamente mancare.

Noi stiamo con molta decisione, con molta buona la volontà direi, arrivando ad un sistema pubblico di istruzione che vede scuole paritarie e scuole statali concorrere unitariamente su uguali basi per offrire una pluralità di opzioni, una pluralità di corsi. Questo credo che sia un grande passo, un grande traguardo raggiunto dal nostro Paese, e raggiunto fondamentalmente dal punto di vista normativo, perché non abbiamo tutte le condizioni che vorremmo perché effettivamente si possa parlare nel nostro Paese di un sistema paritario di istruzione includendo scuole paritarie e scuole statali. Però, proprio l’esempio di questa scuola ci conforta, ci dice che è possibile, che dobbiamo continuare su questa strada. Noi abbiamo recentemente fatto il punto di tre anni di applicazione della legge sulla parità in Italia e ci siamo accorti che la Lombardia è l’unica regione in cui il senso di una scelta per le famiglie, una convivenza tra scuole paritarie e scuole statali ha una realtà. In altri contesti territoriali italiani ancora ci sono delle difficoltà, ci sono delle presenze minoritarie, qui, invece, abbiamo un robusto sistema di scuole paritarie, con qualche problema qui e là, con il dialogo aperto con l’amministrazione, qualche volta con punti di vista diversi, ma sostanzialmente positivo. Io sono partito da questa considerazione perché quanto oggi possiamo in qualche modo percepire, vedere, sentire di questa scuola, è una conferma che il nostro sistema scolastico sta cambiando. Non vorrei ricordare questioni personali, ma è da qualche anno che conosco il professor Pasolini, ancora quando ero a Trento e poi a Bologna, insomma, abbiamo avuto un dialogo sulla scuola dell’autonomia da molto tempo e devo riconoscergli una coerenza di impostazione ed anche una tenacia nel sostenere, non solo per la propria scuola ma per le scuole non statali, un punto di vista, una prospettiva di sviluppo e di crescita. Voi sapete che quando uno congiuntamente si fa paladino di un’idea e poi a casa propria ha anche una impresa da portare avanti, vuol dire che certamente è convinto, che le cose che dice non sono pura retorica, non sono elaborazioni astratte, questo è realmente un riconoscimento aperto che faccio anche pubblicamente per quanto riguarda il ruolo che il professor Pasolini ha avuto non solo per la sua scuola ma direi anche per far maturare idee nuove all’interno del nostro sistema scolastico. Venendo più specificamente al significato di questa giornata è con molto piacere che possiamo notare che scuole come questa raggiungano la certificazione di qualità ed è allo stesso tempo una grande comunità. Ha detto prima il prof. Pasolini che una buona scuola funziona bene se c’è un buon dirigente, buoni docenti, genitori attenti e naturalmente bravi studenti che lavorano. Le scuole hanno bisogno di avere una efficacia organizzativa, una efficienza che assicuri il Paese che le risorse vengono utilizzate al meglio, allo stesso tempo devono essere delle gran comodità. L’avventura educativa è una storia di partnership, intese, sguardi, dialogo e così via. Noi possiamo confezionare le soluzioni amministrative e burocratiche, cerchiamo sempre di farlo, per quanto riguarda il lavoro nostro, l’Ufficio Scolastico regionale è sempre impegnato in questa direzione, non siamo sempre all’altezza dei compiti ma ci stiamo provando. Questo però è solo una parte del sistema scolastico italiano, la realtà vera, quella che conta nell’ambiente scolastico, è quello che poi avviene all’interno delle istituzioni scolastiche, che avviene all’interno delle classi. Ottenere poi un traguardo come può essere una certificazione di qualità assieme, aver creato una comunità che è fatta anche di insegnanti, di studenti che si identificano nella scuola che li ha formati alla vita , credo che questo non sia solo un traguardo ma un obiettivo raggiunto da questa istituzione scolastica. È lo stesso obiettivo che noi cerchiamo di perseguire, vorrei ricordare che noi abbiamo avuto in meno di due anni quasi duecento scuole che hanno raggiunto la certificazione nella regione Lombardia  e questo ad enfatizzare l’interesse che le scuole hanno, i loro dirigenti per avere il massimo di efficienza, di efficacia organizzativa, disposti anche a misurarsi con parametri in qualche misura, lasciatemelo dire, un po’ estranei alla cultura di origine del mondo della scuola anche in qualche modo forzando un po’ la mano, talvolta con qualche dialogo un po’ complesso con i vari soggetti che collaboravano con la scuola però ci siamo riusciti perché duecento scuole su milletrecento in meno di due anni non è una cosa di poco conto. Questo sia scuole statali sia scuole non statali. Non voglio qui fare il panegirico della certificazione di qualità, sicuramente è stata una testimonianza durante la quale le scuole possono dire “noi siamo disponibili a cercare le migliori condizioni di funzionamento della nostra istituzione della nostra macchina organizzativa della nostra macchina funzionale”. In questa direzione, con lo stesso spirito abbiamo visto con piacere che oltre il 45% delle scuole della nostra regione ha partecipato al progetto pilota numero due di valutazione dell’apprendimento degli studenti. La filosofia è sempre la stessa: guardiamo in casa come ci comportiamo ma misurandoci anche con parametri esterni non perché dobbiamo avere un bollino blu o un marchio di qualità particolare ma perché crediamo che una giusta considerazione del nostro lavoro nasca da una valutazione congiunta interna, che conosce le cose dall’interno, ma anche da una valutazione che viene fatta dall’esterno proprio per garantire ai genitori non solo la migliore scuola ma il miglior percorso formativo per i figli che a questa scuola vengono affidati. Credo quindi che al di là di una piacevole mattinata in questa comunità io credo che ci sia da cogliere il senso in prospettiva di un evento di questo genere: la scuola che cerca di vivere un miglioramento continuo. Noi sappiamo che non ci sono ricette continue. Riusciamo ad identificare delle buone scuole, ancora non sappiamo come possiamo crearle e allora quando troviamo una scuola che funziona c’è l’apprezzamento, ringraziamento per chi ci mette tanto della propria vita, delle proprie risorse, della propria professionalità e naturalmente molti auguri a quelli che oggi sono degli studenti, e lo saranno anche domani, di questa scuola. Grazie e buona giornata.


 

Ing. GORINI

 

Oggi il mio ruolo è quello di consegnare il documento, quindi di formalizzare l’obiettivo raggiunto da parte della scuola Leopardi. Però dedico qualche minuto per esprimere tecnicamente meglio quale è stato il metodo che ha permesso di raggiungere questo obiettivo. Chi mi ha preceduto ha parlato tecnicamente in modo assai corretto e quindi ha fatto il punto ed apprezzato l’aspetto organizzativo, perché di questo si tratta. Per un anno la scuola ha lavorato, e un altro aspetto che ho assai apprezzato da tecnico della qualità nelle parole precedenti, è che ha lavorato la squadra, perché così è stato: la squadra dei professori, la squadra dell’Istituto ha lavorato insieme per verificare nei propri processi di istruzione, per arrivare a costruire una cultura organizzativa documentata per tutti partendo da una cultura organizzativa verbale di pochi. L’azienda Leopardi ha quindi impiegato un anno per domandarsi in che modo formalizzare il proprio metodo di istruzione e questo metodo lo ha formalizzato sui documenti, manuale, procedure ed istruzioni che si possono leggere, e tutti possono leggere. Portare il proprio approccio al mondo del lavoro in sistemi di organizzazione di relazioni che sono all’interno del Leopardi sono visibili, aperti, tutti coloro che lavorano all’interno dell’organizzazione sanno quale è la propria mansione, il proprio ruolo all’interno della squadra. Tutta questa documentazione è stata poi sottoposta alla verifica di un organismo di certificazione il quale da parte terza ha verificato che questo metodo fosse conferme ad una norma sulla qualità internazionale, così è stato e quindi l’obiettivo è stato raggiunto ed oggi, questo incontro, serve proprio a festeggiare il raggiungimento di questo obiettivo che è il termine di un anno di lavoro. Ora l’Istituto Leopardi, come le altre duecento scuole lombarde, ha formalizzato, ha dato evidenza ad un metodo educativo e si domanda, perché questo è uno degli obiettivi, quali sono le attese dei propri clienti, individuando quali sono questi clienti innanzitutto, e quindi esiste un metodo che intende andare a verificare anche la soddisfazione dell’utenza del Leopardi. Utenza che è diversa perché i clienti di una organizzazione di servizi come la scuola sono certamente gli studenti, ma altrettanto sono le famiglie, sicuramente gli organismi ministeriali e regionali che rappresentano la società civile perché la società desidera una scuola che sia in grado di fornire dei servizi di qualità in quanto storicamente stiamo passando da una scuola erogatrice di cultura per pochi ad una cultura scolastica per tutti, ma soprattutto la scuola è inserita in una dinamica sociale in cui il successo e l’eccellenza sono assolutamente richiesti da parte del mondo del lavoro. La scuola oltre ad aver formalizzato il proprio metodo si è domandata se questo metodo era tale da poter garantire il raggiungimento di questi obiettivi e lo sta vivendo perché il sistema di qualità è innanzitutto dinamico e quindi il sistema formalizzato che l’Istituto Leopardi possiede serve proprio per gestire ed organizzare tutte le giornate e tutti i momenti a cui la scuola va incontro dalla preparazione del piano dell’offerta formativa alla verifica dei risultati dei propri studenti e si domanda continuamente quali saranno i nuovi standard di miglioramento previsti. Tutte queste dinamiche sono formalizzate in azienda, esiste un metodo che permetterà al Leopardi di comprendere meglio quali sono i propri standard di lavoro della propria scuola e di incrementarli. Questo è il contributo tecnico che potevo offrire e credo che l’aspetto di consegna del documento della qualità, che ho a mie mani e consegno al prof. Pasolini e al prof. Ianna, ne sia la concretizzazione.