Intervento al Senato - 8 febbraio 2006

Bilancio fine legislatura


  Intervento del Ministro Letizia Moratti al Senato

Intervento del Ministro Letizia Moratti al Senato

 

 

Premessa:

 

Vorrei riferire in questa sede i principali interventi legislativi, programmatici e operativi che il MIUR ha adottato nel settore dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca a partire dalla data del mio ultimo intervento a metà legislatura.

Ricordo che le azioni di governo di questo complesso e prioritario settore sono stati attuati, per la prima volta, in modo sistematico, nel contesto e coerentemente con una vasta azione di riforma del sistema della formazione primaria, secondaria e terziaria.

La linea direttiva alla base di questa azione è basata sull'adozione di un complesso di azioni interdipendenti che insieme concorrono allo sviluppo della capacità di innovazione e quindi alla competitività del paese:

·         la produzione della conoscenza, basata principalmente sulla ricerca scientifica,

·         la sua trasmissione attraverso la formazione e l'educazione,

·         la sua disseminazione attraverso le tecnologie dell'informazione e della comunicazione,

·         il suo uso per la produzione di beni e servizi innovativi

Le azioni del Governo, svolte principalmente attraverso il MIUR, Ministero cardine per l'attuazione di questo complesso di interventi, sono state pertanto assunte o programmate nel contesto di questa visione unitaria, e sono state finalizzate alla modernizzazione e all'adeguamento del sistema educativo, di alta formazione e di ricerca nazionale ai migliori standards internazionali, in stretto collegamento con le linee politiche europee in materia di educazione, di ricerca e di alta formazione Possiamo oggi affermare che nella presente legislatura sono state realizzate le condizioni necessarie per il rilancio del settore della ricerca scientifica e tecnologica attraverso:

·         Adozione di un quadro strategico complessivo per lo sviluppo e il potenziamento del settore: Linee Guida per la Politica scientifica e tecnologica del Governo (2002) e Programma Nazionale della Ricerca (2005).

·          

·         Il Governo si è impegnato, il 19 aprile 2002 con le Linee Guida approvate dal CIPE, e successivamente con il PNR 2005-2007, a perseguire una nuova strategia che conferisca agli investimenti in ricerca una più marcata finalizzazione al rilancio della competitività del Paese e a rispondere con nuove azioni alle criticità che sono state evidenziate.

·         Con il PNR, l'Italia si è finalmente dotata di uno strumento organico che definisce quadro di riferimento, priorità, scelte strategiche, progetti e canali di finanziamento. Esso risponde agli obiettivi di rafforzare la base scientifica del Paese, sostenendo l'eccellenza, il merito, l'internazionalizzazione, la crescita e la valorizzazione del capitale umano; e di potenziare il livello tecnologico del sistema produttivo a sostegno della sua competitività e di avviare programmi nazionali a sostegno di settori produttivi "export-oriented" e settori high-tech.

·         Il Programma orienta per la prima volta la ricerca su obiettivi strategici per la crescita sociale ed economica del Paese, coordinando gli interventi e concentrando le risorse per la ricerca di base, la ricerca "mission oriented" e la ricerca industriale. Questi obiettivi sono: la ricerca per migliorare la qualità della vita; la ricerca per accrescere la competitività delle imprese; la ricerca per lo sviluppo sostenibile a livello globale.

·         Le risorse pubbliche, non più distribuite a pioggia, sono finalizzate a sostenere in particolare progetti rivolti alla tutela della salute e dell'ambiente, alla sicurezza dei cittadini, alla prevenzione delle catastrofi naturali.

·         Riforma e riorientamento dei grandi enti di ricerca (CNR, ASI, Enea, ecc). Istituzione dell'I.I.T.

·          

·         In questo contesto, il Ministero ha ritenuto prioritario incidere sull'assetto del sistema di ricerca pubblico, dando luogo ad una forte razionalizzazione del ruolo degli Enti pubblici di ricerca. Sono stati oggetto di riforma tra i maggiori enti il CNR, l'ASI, l'INAF, l'Enea. Questi enti, la cui attività spesso si sovrapponeva a quella delle Università, dispongono oggi di una precisa missione, strettamente collegata ai bisogni dei cittadini e alla necessità del nostro sistema produttivo. Si è inoltre dato corso alla creazione di nuovi enti quali l'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e l'Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica.

·         In particolare, per quanto riguarda la Fondazione IIT, tra gli elementi altamente innovativi che caratterizzano questa nuova istituzione, vi sono la sua missione, indirizzata a facilitare ed accelerare la crescita nel sistema della ricerca nazionale di capacità scientifiche e tecnologiche, incentivare e promuovere la collaborazione tra gruppi di eccellenza che operano nelle università e nei centri pubblici di ricerca ed il sistema produttivo del Paese; e la sua attività prevista nei settori strategici delle Bionanotecnologie, delle Scienze Neurali, dell'automazione e robotica. Analogamente a quanto si riscontra nelle più qualificate istituzioni internazionali, l'indirizzo e la direzione di questa iniziativa di così alto rilievo sono state affidate a illustri esponenti del mondo scientifico, economico, industriale e finanziario italiano e internazionale.

·         Riforma dell'Università con conseguente potenziamento della capacità di ricerca degli atenei (+7000 posti di ricercatore, professore associato e professore ordinario):

·          

·         Con la riforma dello stato giuridico e l'approvazione delle nuove norme del reclutamento dei docenti universitari e dei ricercatori, abbiamo completato una profonda azione di rinnovamento dell'Università.

·         Tra i punti qualificanti dei provvedimenti vi sono le idoneità nazionali, con le quali vogliamo riportare serietà e trasparenza nel reclutamento dei docenti universitari, evitando il ripetersi di fenomeni di localismo, e di clientelismo; un maggiore impegno dei docenti nella didattica a favore degli studenti; la possibilità di un aumento del trattamento economico complessivo dei docenti in base ai maggiori impegni di didattica e di ricerca e dei risultati conseguiti; l'allargamento della base dei giovani ricercatori, che potranno entrare nelle università grazie a un sistema che premia il merito e l'impegno; la chiamata diretta, che offrirà la concreta possibilità ai più qualificati studiosi impegnati all'estero di inserirsi nel sistema universitario italiano; un maggiore raccordo con il mondo produttivo, attraverso le cattedre convenzionate e le convenzioni di ricerca.

·         Tutti gli interventi e le azioni adottate dal Ministero rientrano comunque in un quadro complessivo di strategie preordinate a:

·         migliorare la qualità del sistema universitario soprattutto in termini di risultati dei processi formativi;

·         migliorare la competitività delle università sia all'interno del nostro Paese che a livello internazionale;

·         sostenere l'attrattività del nostro sistema non solo all'interno della UE, ma anche, e direi soprattutto, a livello internazionale, in ossequio agli obiettivi e agli impegni assunti nel Consiglio di Lisbona.

 

Conseguentemente a questa logica, un'altra delle riforme strutturali ha riguardato il nuovo sistema di finanziamento degli Atenei, non più basato sul solo numero degli iscritti ma anche sulla qualità, sul merito, e sui risultati, inclusi quelli della ricerca.

Due dati su tutti possono essere considerati "indicatori di successo" di questa strategia.

Il Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) dell'Università è passato da 6 miliardi 163 milioni del 2001 a 6 miliardi 933 milioni di euro del 2005 con un incremento del 13%. Certamente non siamo ancora in linea con la media europea, ma siamo perfettamente consapevoli della necessità di continuare ad investire per potenziare l'Università italiana.

Sono stati assunti dal 2001 circa 7 mila docenti universitari. Nel 2005 le Università sono uscite dal blocco delle assunzioni previsto per tutte le amministrazioni pubbliche. Per rendere possibile tale intervento, che presuppone comportamenti di "autonomia responsabile" da parte dei singoli atenei, a livello centrale è stato avviato un sistema di valutazione e controlli basato sulla programmazione triennale del personale richiesta alle Università. Il blocco (o la limitazione) delle assunzioni riguarderà soltanto gli atenei le cui spese per il personale di ruolo abbiano superato i limiti fissati.

 

·         Incremento della partecipazione del sistema scientifico italiano alle attività di eccellenza in sede internazionale attraverso 70 accordi di cooperazione con i paesi tecnologicamente più avanzati e quelli emergenti che prevedono una reciprocità di finanziamenti e quindi un raddoppio dei fondi disponibili con ricadute strutturali, scientifiche ed economiche nel nostro paese.

·          

·         Sul piano internazionale, sono stati conclusi numerosi accordi per il lancio di iniziative di ricerca di comune interesse con gli USA, Israele, Cina, Giappone, India, Regno Unito, Francia, Russia, Canada, Tunisia, Marocco, Egitto e Giordania. Tali accordi sono incentrati sulla collaborazione bilaterale e paritetica con le più importanti istituzioni di ricerca di questi Paesi, con reciprocità di impegni sotto il profilo sia scientifico sia finanziario, e sull'istituzione su base permanente di laboratori congiunti (Joint-labs) su cui innestare programmi avanzati di formazione. Tale politica consente per la prima volta di avere importanti ricadute tecnologiche ed economiche nel nostro Paese, soprattutto sul fronte della ricerca industriale e dell'internazionalizzazione della formazione universitaria.

·         Un esempio certamente significativo è costituito dal nuovo "Centre for Computational and Systems Biology" istituito presso l'Università di Trento, grazie al contributo del Governo italiano e della Microsoft Research, che marca un passaggio importante per rilanciare l'Italia nei settori cruciali della convergenza tra scienze, medicina, biologia, genetica e tecnologia dell'informazione.

·         Coerentemente con le linee e gli indirizzi assunti dal Governo, è stato inoltre avviato un incisivo processo di internazionalizzazione delle Università del Paese. Sulla base anche degli impegni sottoscritti nel vertice dei Ministri dell'istruzione di Praga e di Berlino, sono state riservati 15 milioni di euro per consentire agli Atenei di avviare programmi congiunti di studio, specialmente di dottorati di ricerca, con Università europee, con gli USA, con i paesi del Mediterraneo dell'area balcanica e dell'America latina. Tali iniziative, che posizionano oggi il nostro Paese, in ambito europeo ai primi posti, hanno consentito di potenziare ulteriormente la mobilità degli studenti dei professori e dei ricercatori e consentire l'acquisizione di titoli di studio spendibili nel mercato del lavoro europeo.

 

·         Sviluppo dell'azione di partenariato culturale e scientifica nei paesi del Mediterraneo.

·          

·         Proprio qualche giorno fa, il 29 gennaio 2006, insieme con i Ministri dell'Istruzione e della Ricerca di Algeria, Egitto, Francia, Giordania, Grecia, Malta, Marocco, Portogallo, Slovenia, Spagna, Tunisia, Turchia, abbiamo sottoscritto a Catania una Dichiarazione congiunta (la Dichiarazione di Catania) che rende operativo lo Spazio euromediterraneo di Istruzione, Alta Formazione e Ricerca, a conclusione di un percorso che il nostro Paese aveva promosso in occasione del Semestre italiano di Presidenza dell'Ue, nel 2003.

·         Con questa dichiarazione, che mette in pratica gli obiettivi di Barcellona, i Governi di questi Paesi si impegnano a promuovere la convergenza dell'architettura dei sistemi d'istruzione superiore dell'area euromediterranea, pur preservando le specificità di ogni Paese, e a stabilire dei percorsi educativi e formativi comuni, basati su un sistema di crediti compatibili e trasferibili e su qualifiche facilmente leggibili, riconoscibili e spendibili nel mondo del lavoro, condividendo per tali percorsi criteri e metodi di valutazione e di garanzia di qualità, in modo da facilitare la mobilità di studenti, ricercatori e docenti.

·         Nell'ambito di questa iniziativa sono stati istituiti, dal 2003 ad oggi, 8 centri di eccellenza attraverso delle partnership tra Università e centri di ricerca italiani e le migliori Università dei Paesi del Mediterraneo, ed è stata lanciata l'Università euromediterranea telematica a distanza, sviluppando i risultati già ottenuti dal Progetto Med Net'U, per agevolare il più ampio accesso all'istruzione e alla formazione in una prospettiva di lifelong learning, tenendo conto delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie informatiche e di comunicazione.

 

·         Realizzazione di un sistema integrato per la valutazione della qualità della ricerca che ha evidenziato i punti di eccellenza del paese.

·          

·         A gennaio abbiamo presentato i risultati del primo rapporto realizzato dal Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca (Civr) istituito dal Ministero. In appena un anno di attività, il Comitato ha portato a termine una cospicua mole di lavoro, che ha permesso di valutare ben 17.329 prodotti di ricerca relativi al triennio 2001-2003 proposti da 102 strutture: 77 Atenei, 12 Enti pubblici di ricerca, tutti quelli controllati dal Miur più l'Enea, 13 Istituzioni private, che hanno partecipato a titolo volontario ed oneroso alla valutazione, ai quali afferiscono complessivamente 64.028 ricercatori. Si è trattato del primo processo di valutazione di sistema attuato nel nostro Paese, condotto con il metodo internazionalmente condiviso del "peer reviewing", in considerazione della qualità, rilevanza e originalità/innovatività dei prodotti presentati, nonché del loro potenziale competitivo internazionale. I dati che emergono ci rivelano che il 30 % dei prodotti valutati è stato giudicato "eccellente" secondo una scala di valore condivisa dalla comunità scientifica internazionale, con un 'peso' pari a 1; la fascia più ampia, pari al 46%, si è posizionata sul "buono", con 'peso' 0,8. Infine abbiamo un 19 % di prodotti considerati "accettabili", con 'peso' 0,6, e soltanto il 5% di "limitati", con 'peso' 0,2. Possiamo dunque affermare che la ricerca italiana ha addotato l'esame della valutazione, argomento ostico fino a pochi anni fa, che oggi rientra invece a pieno titolo tra le cose positive realizzate dal Governo nel corso della legislatura che si sta concludendo. E' stato insomma attivato un circuito virtuoso per il quale oggi possiamo dire che la valutazione della ricerca non è un meccanismo calato dall'alto, imposto alle strutture di ricerca; al contrario, si rivela un processo condiviso, partecipato, vissuto dai ricercatori come opportunità più che come rischio.

 

·         Rilancio della ricerca fondamentale per lo sviluppo di nuove conoscenze e di tecnologie di frontiere attraverso il consolidamento dei fondi investimenti per la ricerca di base (COFIN e FIRB).

·          

·         Nel periodo 2002-2005 abbiamo stanziato attraverso il Firb, Fondo investimenti ricerca di base, 600 milioni di euro per grandi progetti di ricerca "mission oriented" in aree strategiche e laboratori pubblico-privati (bioscienze, infoscienze, nanoscienze) con il coinvolgimento di oltre 4.000 tra ricercatori e tecnici, con l'assegnazione di contratti di ricerca a 1.500 giovani.

·         I finanziamenti Firb sono stati finalizzati in particolare a sostenere la competitività delle aree produttive esistenti, attraverso una capillare diffusione delle tecnologie-chiave abilitanti innovazione di prodotto, di processo e organizzative e a creare le condizioni favorevoli per lo sviluppo di settori industriali high-tech concorrenti a diversificare nel medio-lungo periodo, il sistema produttivo nazionale. La valutazione dei progetti, attraverso procedure comuni a livello internazionale, è stata interamente affidata a esperti internazionali. Con questi ed altri meccanismi a forte selettività sono state determinate le seguenti concentrazioni:

·         159 grandi progetti che si avvalgono di una forte concentrazione di risorse umane a carico del fondo Fondo Investimento Ricerca di Base (FIRB), concentrati sulla Genomica, Ingegneria Biomedica, Neuroscienze, ICT, Nanotecnologie.

Nella scelta dei progetti sono state utilizzate procedure trasparenti e meritocratiche, premiando progetti di assoluta eccellenza distribuiti in tutto il Paese. Da Milano a Roma, da Genova a Venezia, da Torino a Lecce, da Trieste a Firenze a Catanzaro saranno sostenute con questi fondi le potenzialità dei laboratori, dei centri di ricerca, delle università che realizzeranno i progetti finanziati dal Ministero. Attraverso questo sistema, inoltre, sono stati immessi in numero consistente giovani ricercatori in questi veri e propri cantieri di ricerca e ciò garantirà il successo di tutte le iniziative, nell'interesse esclusivo dei cittadini e del sistema-Paese. Questi interventi sono stati raccordati con gli investimenti previsti dal PON Ricerca Mezzogiorno, al fine di favorire una forte partecipazione a queste attività delle Università, degli Enti pubblici di ricerca e delle imprese del mezzogiorno.

 

Per quanto concerne il finanziamento dei programmi COFIN si è adottato un sistema di valutazione basato sull'assoluto anonimato dei valutatori scelti utilizzando la banca dati del CINECA e si è mantenuto invariato il livello di finanziamento del sistema universitario per lo sviluppo di questi programmi di tipo "bottom up". Sono in corso approfondite valutazioni per migliorare ulteriormente il sistema di valutazione adottato d'intesa con la commissione di garanzia del Ministero.

Le riforme adottate hanno consentito al sistema scientifico di fornire un sostanziale contributo alla crescita della competitività del sistema produttivo nazionale. L'dea portante per raggiungere questo obiettivo è basata sulla promozione di una forte interazione tra sistema di ricerca pubblico e sistema industriale attraverso:

·         Realizzazione di una rete di distretti di alta tecnologia in tutte le regioni italiane per favorire la crescita competitiva e dimensionale e la capacità di export delle imprese con particolare attenzione alle PMI.

·          

·         Per conseguire la priorità di potenziare il livello tecnologico del sistema produttivo, a sostegno della sua competitività, sono stati individuati nuovi modelli operativi tali da consentire alle grandi e alle piccole e medie imprese di collaborare su un terreno di innovazione spinta, per raccogliere già nel breve periodo, risultati mirati alla crescita delle economie locali a diverso grado di sviluppo e con vocazioni produttive diversificate.

·         A tale riguardo, per la prima volta di concerto con le Regioni, gli Enti locali, le imprese, le Università, gli Enti pubblici di ricerca e il sistema del venture-capital si è provveduto al lancio di distretti tecnologici high-tech, una iniziativa che ha riscosso grande interesse a livello europeo e internazionale (OCSE, USA, Israele, Inghilterra, Giappone).

·         Le iniziative fin qui realizzate riguardano attualmente 12 distretti, con un potenziale impiego di 3.500 nuovi posti da ricercatore in varie regioni italiane e precisamente: Regione Piemonte Torino Wireless, Regione Veneto "Veneto Nanotech", Regione Emilia Romagna "Hi-mech", Regione Lombardia "Biotecnologie ICT Materiali", Regione Liguria "Sistemi Intelligenti", Regione Friuli Venezia Giulia "Biomedicina molecolare", Regione Toscana "Sicurezza e ICT", Regione Lazio "Aerospazio-Difesa", Regione Campania "Polimeri", Regione Sicilia "Micro e Nanosistemi". Il finanziamento dei distretti avviene attraverso gli strumenti del Fondo Agevolazioni Ricerca (FAR, legge 297/99).

·         L'obiettivo che ci siamo posti con il lancio dei Distretti tecnologici è di creare in numerose aree del Paese poli di ricerca e di innovazione in grado, fra l'altro, di attirare e far crescere i migliori talenti, generando ricadute economiche significative sia nel medio che nel lungo termine, attuando una forte sinergia tra interventi nazionali e regionali.

·         Il distretto tecnologico ha infatti la missione di creare un circolo virtuoso tra talenti, aziende e finanziamenti pubblici e privati, capace di sviluppare progetti di ricerca competitivi in grado di determinare forti ricadute di innovazione sul tessuto imprenditoriale.

 

·         Concentrazione delle risorse finanziarie - 1, 8 miliardi di euro - su 12 grandi progetti strategici per l'industria nazionale da sviluppare in collaborazione con il sistema pubblico.

·          

·         Così come previsto dal PNR, sono stati già destinati a carico del Fondo rotativo previsto dal DL 311/2004 1.100 milioni di euro per 12 programmi strategici in grado di incrementare la competitività delle nostre imprese sui mercati internazionali. L'intervento che ci siamo proposti con questi progetti è finalizzato a far convergere i migliori laboratori di ricerca pubblici e relativo stock di ricercatori, tecnici ed infrastrutture, con attività di ricerca proposte da gruppi di aziende nell'ambito di specifiche filiere di significativo interesse per l'economia del Paese. I programmi strategici del PNR riguardano gli ambiti della salute dell'uomo (studio e trattamento dei tumori e delle malattie degenerative con nuovi approcci derivati dalla conoscenza del genoma umano); il rilancio dell'industria farmaceutica anche attraverso la chimica fine dei composti naturali per nuove applicazioni diagnostiche e nuovi principi attivi; le nuove applicazioni dell'industria biomedicale; i sistemi avanzati di manifattura con impatto non solo nell'industria delle macchine utensili, ma su comparti manifatturieri del "made in Italy" quali tessile, abbigliamento, meccanica strumentale; il potenziamento e lo sviluppo dell'industria motoristica in particolare per le due ruote con motori a basso consumo e a basso impatto ambientale; la cantieristica, aeronautica, elicotteristica con elevata capacità di penetrazione nei mercati esteri; i materiali avanzati (in particolare ceramici) per applicazioni strutturali; i sistemi di telecomunicazione innovativi a larga banda con impiego di satelliti per utenze differenziate in materia di sicurezza, prevenzione e intervento in caso di catastrofi naturali; la valorizzazione dei prodotti tipici dell'agroalimentare e sicurezza alimentare attraverso nuovi sistemi di caratterizzazione e garanzia di qualità; i trasporti e la logistica avanzata, infomobilità di persone e merci, e infine l'ICT e la componentistica elettronica e il Risparmio energetico e la microgenerazione distribuita.

·         A seguito del bando che abbiamo lanciato nel mese di settembre 2005, sono pervenute al Ministero 744 idee progettuali da università, centri di ricerca pubblici e privati e imprese, per un totale di finanziamenti richiesti di 10 miliardi e 417 milioni di euro. I risultati sono estremamente lusinghieri, con 3.373 soggetti giuridici partecipanti. Le Regioni del centro-nord hanno presentato progetti per 6.508 miliardi di euro (62%), quelle del sud per 3.908 miliardi di euro (38%). I fondi richiesti per il supporto alla ricerca industriale e lo sviluppo precompetitivo ammontano a 7.135 miliardi di euro, rappresentano il 68,5% del totale e ciò documenta l'alto interesse del nostro sistema industriale per questa forma di supporto. I fondi disponibili risultano attualmente 1,1 miliardi di euro a carico del fondo rotativo, a cui si aggiungono gli stanziamenti provenienti dal Fondo di incentivazione della ricerca di base (Firb) e quelli disponibili sul Fondo per la ricerca industriale (Far). L'intervento complessivo si aggira quindi sui 1,3 miliardi di euro a cui si aggiungeranno ulteriori risorse a carico del secondo stanziamento previsto dal CIPE. Tutte le proposte sono attualmente al vaglio di una commissione di alta valenza tecnica-istituzionale che ha terminato i suoi lavori.

 

·         Realizzazione di una rete di laboratori di ricerca pubblico-privati nei settori di maggiore prevedibile sviluppo scientifico e tecnologico.

·          

·         Sempre con i Fondi Firb , nel marzo del 2005 abbiamo destinato oltre 144 milioni di euro per finanziare progetti di ricerca e laboratori pubblico-privati in settori di valenza strategica per il nostro Paese.

·         I finanziamenti riguardano 19 progetti finalizzati alla costituzione ed al potenziamento di laboratori di eccellenza interdisciplinari pubblico-privati specializzati su tematiche di incrocio tra nanotecnologie - biotecnologie - infotecnologie - neurobiologia (finanziamento pubblico complessivo pari a 85,225 milioni di euro) e 46 progetti strategici di ricerca focalizzati su tematiche interdisciplinari di grande attualità (finanziamento pubblico complessivo pari a 58,960 milioni di euro).

·         I 19 Laboratori pubblico-privati finanziati dal Ministero sono specializzati sulle seguenti tematiche:

·         Nanobiotecnologie per dispositivi e sensori innovativi applicabili a genomica e post-genomica (quattro Laboratori nazionali pubblico-privato con localizzazioni di riferimento a Genova, Lecce, Torino, Venezia);.

·         Micro e nanotecnologie per diagnostica avanzata e nuove procedure terapeutiche (quattro Laboratori nazionali pubblico-privato con localizzazioni di riferimento a Milano, Roma, Perugia);.

·         Bionformatica (due Laboratori con localizzazioni di riferimento a Bari e Milano);Biologia strutturale (due Laboratori con localizzazioni di riferimento a Firenze e Trieste);.

·         Recettori di membrana (tre Laboratori con localizzazioni di riferimento a Catanzaro, Chieti e Genova);.

·         Diagnostica genomica avanzata in campo animale e vegetale (due Laboratori con localizzazioni di riferimento a Lodi, e Roma);.

·         Basi molecolari delle malattie neurologiche (due Laboratori con localizzazioni di riferimento a Milano e Roma).

Ogni Laboratorio selezionato è nodo di una rete di strutture di eccellenza localizzate in altri sedi.

 

·         Conseguimento di un livello di finanziamento pubblico -in linea con quello dei maggiori paesi europei- in grado di stimolare e trainare quello privato con particolare riferimento al sistema delle PMI..

·          

·         Dopo un decennio di costante diminuzione degli investimenti in questo settore strategico per il futuro del nostro Paese, abbiamo assistito sin dal 2001 ad una ripresa degli investimenti dello Stato in ricerca: dal 2002 l'impegno dello Stato è aumentato fino a raggiungere l'attuale 0,72% del Pil, contro una media europea dello 0,68%. (Si richiama l'attenzione sulla differenza tra impegni a bilancio qui riportate e spese effettivamente sostenute dal sistema di ricerca, dato quest'ultimo riportato dall'ISTAT)

·         Di recente inoltre è stato sottoscritto un memorandum d'intesa tra Miur e Sviluppo Italia per mettere a disposizione delle Pmi 40 milioni di euro, per favorire la realizzazione di progetti di ricerca e start-up tecnologici. Con questa iniziativa abbiamo voluto attivare un fondo capace di alimentare processi di venture capital necessari per far nascere nuove imprese. Nel nostro Paese infatti mancano tradizionalmente capitali di rischio e questa iniziativa rappresenta la prima importante opportunità: l'investimento dello Stato nel capitale sociale costituirà infatti un elemento di garanzia anche per attrarre ulteriori investimenti privati. Grazie a questi investimenti, che avvicinano il mondo delle imprese al sistema della ricerca, sarà così possibile rafforzare la capacità del nostro Paese di dar vita a nuove imprese in particolare nel settore della tecnologia, con la garanzia di certezza e rapidità nei tempi di attuazione dei progetti imprenditoriali.

·         Un comitato, costituito da rappresentanti nominati dal Ministero e da Sviluppo Italia, valuterà e delibererà le singole operazioni, come la sottoscrizione di prestiti obbligazionari anche convertibili emessi dalle imprese target e l'erogazione di prestiti partecipativi.

·         Le iniziative di "venture capital" favoriranno gli start-up tecnologici e la crescita di quelle imprese che fanno vero "sviluppo", con positivi risultati socio-economici per l'Italia, in grado di vincere il confronto con le sfide del mercato globale. In parallelo, si è operato per sostenere, sempre attraverso il FAR, che è stato riattivato nel 2003 e rappresenta il principale canale di cui dispone il Miur per il sostegno alla ricerca industriale, la crescente domanda di ricerca espressa autonomamente dalle imprese italiane.

 

·         Realizzazione di accordi con la BEI, INAIL e Sviluppo Italia per investimenti nel settore delle grandi infrastrutture e per l'avvio di nuove "start up" ad alta tecnologia attraverso la disponibilità di capitale di rischio.

·          

·         Al fine di accrescere l'efficacia degli interventi pubblici in tale nuovo contesto, il Ministero e Sviluppo Italia hanno firmato, nel dicembre del 2004, un accordo-quadro per la realizzazione di un programma di attività a sostegno dello sviluppo tecnologico e dell'innovazione nelle imprese, dell'attrazione di investimenti per interventi di interesse locale e regionale, del supporto alle iniziative che si originano dalla rete di distretti tecnologici.

·         L'accordo si propone di favorire in particolare l'interazione fra ricerca, promozione di nuove tecnologie e crescita competitiva del territorio attraverso: attrazione di investimenti, sostegno di start-up tecnologici (con la costituzione di 10 liaison offices e di 10 incubatori di impresa in altrettante Università), attivazione di strumenti di finanza innovativa per lo sviluppo delle imprese.

·         Inoltre, come è noto, il nostro Paese, primo tra quelli europei, ha sottoscritto un protocollo d'intesa con la BEI che consente di mobilitare, per la prima volta, i finanziamenti della Banca europea a sostegno di progetti di R&S di grande dimensione promossi da vari attori pubblici e privati, per un importo totale per la ricerca europea di 40 miliardi di euro. L'Italia è stato ancora il primo Paese europeo ad ottenere l'intervento della BEI per potenziare la grande infrastruttura del Sincrotrone di Trieste e, al momento attuale, ha espresso il maggior numero di progetti agli stessi fini. L'INAIL ha programmato una serie di interventi finanziari per la costruzione di infrastrutture edilizie, tra cui assumono particolare rilevanza quelle dedicate alle residenze universitarie proposte da diverse Università. Si è in attesa di un provvedimento del Ministero dell'Economia e finanze di attribuzione dei primi stanziamenti previsti per dare il via a questa importante iniziativa.

 

·         Impiego tempestivo dei fondi strutturali e dei fondi per le aree sottoutilizzate resi disponibili in sede nazionale ed europea per lo sviluppo delle regioni meridionali.

·          

·         Per il Mezzogiorno nell'ambito del Pon, Programma operativo nazionale "Ricerca scientifica, sviluppo tecnologico e alta formazione", che mobilita nel periodo 2000-2006 un valore complessivo di oltre 2.000 milioni di euro, sono stati finanziati fino ad oggi 2.250 progetti di ricerca e di alta formazione nei settori strategici dell'agroalimentare, dei beni culturali e ambientali, dei trasporti, per il sostegno alla società dell'informazione, per la promozione di cluster nella ricerca industriale. Per quanto riguarda l'alta formazione, sono stati inseriti nei programmi di formazione oltre 31.000 giovani.

·         Il Cipe, Comitato interministeriale per la programmazione economica, ha deliberato nel mese di maggio la ripartizione dei fondi per le aree depresse del Paese per il periodo 2005-2008. In particolare, la delibera prevede un'assegnazione diretta al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca di 350 milioni di euro, da destinare al rafforzamento della ricerca nel Mezzogiorno. Queste risorse andranno a sostenere soprattutto interventi per la ricerca industriale e per la formazione di ricercatori e tecnici, sia attraverso il finanziamento di progetti di ricerca che favoriscano l'innovazione di prodotto delle imprese, sia per la realizzazione dei dieci programmi strategici definiti dal Pnr per il rilancio della competitività del Paese. Con queste risorse addizionali gli operatori del Mezzogiorno potranno partecipare a queste iniziative con una più cospicua quota di finanziamento.

·         Il Mezzogiorno può usufruire anche di notevoli risorse attraverso il Firb, Fondo investimenti ricerca di base, per il quale nel periodo 2002-2005 sono stati stanziati 600 milioni di euro a livello nazionale di cui 460 milioni di euro per il sostegno della ricerca industriale e l'istituzione di 12 nuovi laboratori pubblico-privati nel Mezzogiorno.

·         Notevoli benefici per il rilancio della ricerca del Mezzogiorno derivano infine anche dal Far, Fondo per l'agevolazione della ricerca industriale, che ha potuto attingere, tra l'altro, a circa 600 milioni di euro derivanti dalla cartolarizzazione varata dal Governo, e dal 50% dei fondi previsti per il finanziamento dei 12 Programmi strategici previsti dal PNR.

·         In conclusione ritengo che l'azione di governo in questo settore che è intervenuta nella scorsa legislatura abbia consentito di porre tutte le premesse di carattere legislativo, strategico ed operativo per consentire nei prossimi anni una forte operatività del settore. A queste premesse, come abbiamo visto, sono seguite negli ultimi anni significative ed innovative azioni di coordinamento, di indirizzo e di finanziamento che mi auguro il prossimo Governo voglia ulteriormente potenziare.