Intervento Ministro Letizia Moratti

Primavera d'Europa - 21 marzo 2003


Intervento del Ministro dell'Istruzione,

Intervento del Ministro dell'Istruzione,
dell'Università e della Ricerca
Letizia Moratti
Primavera d'Europa

Roma, 21 marzo 2003

Cari ragazzi, cari docenti, colleghi ministri,

la costruzione dell'Europa sta entrando in una fase politica molto delicata, con l'imminente allargamento della Comunità a nuovi paesi membri e con la preparazione della prima Costituzione Europea. Ecco perché è sempre più rilevante la funzione della scuola, chiamata a formare le idee, le coscienze ed i valori universali che accompagneranno l'intera vita degli uomini e delle donne europee, destinati a divenire attori di primo piano nei nuovi equilibri mondiali.
Viviamo in queste ore un passaggio cruciale della storia del nostro continente e del mondo intero, in cui il dolore e l'angoscia per la guerra in Medio Oriente accentuano paura, disperazione ed incertezze nelle famiglie, nei ragazzi, nei docenti. Ognuno di noi, ognuno di voi si sente più solo, vulnerabile ed anche impotente di fronte a quanto sta accadendo. Sentiamo nel nostro cuore angoscia per tutti coloro che sono coinvolti nel conflitto: preghiamo e speriamo perché torni presto la pace.
Proprio per questo la riflessione fatta a scuola sull'Europa che verrà è un'occasione importante di incontro, di dialogo, per mantenere la serenità anche in momenti confusi e difficili per tutti.
La scuola è, infatti, il primo luogo di incontro, di riflessione e di comunicazione che avete sempre a disposizione nei giorni del disorientamento. E' una comunità di valori forti, che può riunire chi si è sentito isolato e può rispondere alle vostre ansie, aiutandovi a superare i momenti difficili della vita, questo momento e quelli che verranno nei prossimi mesi.
Ma torniamo all'Europa ed al ruolo dei giovani. Nel documento approvato dalla Convenzione europea dei giovani si chiede espressamente, a chi sta stilando la Carta: "L'augurio è che le autorità italiane competenti si facciano interpreti di queste istanze, promuovendo forme di ascolto del mondo giovanile sul territorio nazionale, creando le condizioni per il coinvolgimento nella vita pubblica del maggior numero di realtà giovanili. Avviando una consultazione vasta del mondo dell'associazionismo giovanile e non, per lo studio di nuovi sistemi di partecipazione; dando risonanza ad iniziative locali e sostenendo tutte quelle iniziative che, partendo dal basso, contribuiscano alla realizzazione di questi obiettivi. Impegnandosi infine nella promulgazione di una legge quadro sulle politiche giovanili e nella costituzione del Consiglio nazionale dei Giovani".

La costruzione politica dell'Europa, al di là degli atti formali, dipenderà perciò in larga misura dalla possibilità che questo augurio si traduca in realtà e, noi aggiungiamo con forza, dalla possibilità che si realizzi un grande spazio europeo dell'istruzione e della formazione.
La forza dell'Europa e la capacità che essa avrà di influenzare positivamente i processi di integrazione e di cooperazione con l'intera comunità internazionale sono legati, infatti, anche alla qualità dell'istruzione alla quale i giovani europei potranno accedere, all'opportunità che ogni studente avrà di scegliere liberamente i percorsi educativi e formativi che lo possano aiutare a realizzare le proprie aspirazioni, alla possibilità che sapremo offrire agli europei di ogni età e di ogni ceto sociale di disporre di buoni sistemi di educazione e formazione continua e, infine, all'effettiva mobilità di saperi e di culture che sapremo realizzare all'interno dell'Europa, con la trasferibilità dei titoli di studio e l'equiparazione dei diversi sistemi nazionali di istruzione.
Nella riforma della scuola appena approvata dal Parlamento, questi principi sono fortemente riaffermati, in primo luogo quando ci siamo ispirati "al valore di una scuola finalizzata al massimo sviluppo della persona, all'affermazione del valore universale del concetto di diritto allo studio, affinché sia garantito a tutti e tutte l'accesso al sapere, nei suoi punti più alti e per tutto l'arco della vita."
Così pure, la modifica degli ordinamenti scolastici si è riconosciuta in pieno nell'importante obiettivo dell'integrazione europea soprattutto quando, nella discussione in Parlamento e nel Paese, abbiamo richiamato gli obiettivi strategici fondamentali fissati dall'Unione con il Consiglio Europeo di Lisbona del 2000 dedicata alla società della conoscenza.
Ciascun Paese, si è deciso in quella riunione, potrà e dovrà mantenere la propria identità culturale e nazionale, ma non potrà rinunciare ad individuare strategie di convergenza sull'efficacia e sugli esiti dei percorsi di istruzione e formazione; ciò non solo per garantire ai giovani una reale mobilità professionale all'interno della nuova Europa, ma soprattutto perché senza una nuova cultura europea sarà difficile costruire l'Europa politica.
Dunque una scuola europea, un'università europea, un sistema europeo di formazione, una scuola che recuperi fortemente la propria originale missione educativa e sociale: insegnare e diffondere il senso del vivere civile, della convivenza sociale, formando coscienze che custodiscano il valore della vita, della legalità, della giustizia, della democrazia, della pace.
Proprio per avviare un lavoro comune su questi grandi temi che la storia dei nostri tempi ci propone abbiamo già promosso una larga diffusione nelle scuole della Carta dei diritti europei, con l'obiettivo di:

  • educare al rispetto delle istituzioni, all'osservanza dei valori della democrazia che hanno le loro fondamenta nel rispetto dei diritti altrui, nella cultura del dialogo e della comprensione reciproca;
  • costruire un'Europa il cui elemento fondante sia la pace, una pace basata sullo sviluppo sociale, culturale ed economico della persona, di ogni persona.

Non solo, ma un anno fa, in questa occasione di incontro con gli studenti il cui significato è divenuto ancor più solenne, lanciammo un concorso tra le scuole - il premio "Costruiamo l'Europa" organizzato insieme alla Camera dei Deputati - che ha avuto un grande successo di partecipazione e confronto.
L'attenzione ai processi di formazione dell'Unione europea ha ora posto in primo piano una nuova forma di governance, che consiste nell'aprire il processo decisionale dell'Unione europea alla partecipazione anche dei giovani cittadini.

Il MIUR ha già sviluppato azioni in questa direzione:

1) "Campo Scuola per i giovani cittadini dell'Europa", realizzato nell'ambito del Progetto nazionale a favore degli studenti del 2001. Il progetto, rivolto a tre scuole ("Erasmo da Rotterdam" di Milano, "A. Diaz" di Roma, "Ponticelli" di Napoli), ha previsto uno studio comparato delle forme di rappresentanza studentesca in diversi paesi europei, un viaggio per l'approfondimento della tematica in uno dei paesi oggetto di studio e un Forum nazionale "Scuole d'Europa", dove mettere a confronto le diverse esperienze.

2) Cultura della legalità
I sei Centri Risorse contro la dispersione scolastica e il disagio sociale (PON-scuola) impegnati nel Progetto MIUR-Ministero dell'Interno "Cultura della legalità", hanno aderito alla proposta lanciata dai componenti della Convenzione sviluppando una iniziativa in rete in occasione dello "Spring Day".
Ciascun Centro Risorse ha infatti messo a fuoco, unitamente alla rete delle scuole del proprio territorio, l'aspetto del concetto di "legalità" che ha ritenuto prioritario: il tema dei diritti dell'infanzia, le regole della cittadinanza, il rispetto dell'altro, la convivenza democratica, i temi dell'ambiente ed il tema delle pari opportunità. In occasione dello "Spring day" alunni e docenti dei sei istituti, collaborando telematicamente, confrontano i risultati del lavoro della propria rete con quanto è scritto nei primi articoli della Costituzione Europea in relazione al tema prioritario scelto. Proposte, emendamenti o conferme a questi primi articoli sono stati elaborati dagli studenti delle sei scuole.

3) Studenti in Europa
In questa giornata di discussione e di confronto sui temi della costruzione europea, il Ministero celebra la Primavera dell'Europa con la presentazione di un nuovo progetto, denominato "Studenti in Europa".
L'iniziativa potrà consentire ai giovani di realizzare una reale esperienza di partecipazione alla vita civile, attraverso la quale poter incidere in maniera forte e significativa sul senso di cittadinanza europea responsabile.
Protagonisti di questa iniziativa sono i 40 presidenti delle Consulte Provinciali degli Studenti ed i rappresentanti delle associazioni studentesche che hanno già preso parte ai lavori della Convenzione Italiana Giovani, tenutasi a Roma dal 10 al 12 gennaio u.s.
Sulla scia di quei lavori e di quanto è stato indicato nel Libro Bianco per la ricerca di nuove forme di governance europea, questo progetto intende organizzare un Campo Scuola da tenere in Abruzzo nel periodo giugno-settembre, quale fase di studio, riflessione e dibattito, alla presenza e con il contributo di esperti, studiosi, politici italiani e stranieri.
L'incontro intende promuovere un ruolo attivo di partecipazione dei giovani come attori dell'Europa del futuro e, lungo questo cammino, si consentirà a questi ragazzi di confrontarsi con esponenti delle organizzazioni comunitarie per prepararsi insieme all'appuntamento successivo, che si svolgerà presso il Parlamento europeo.
Infatti, in una seconda fase, nel corso dell'a.s. 2003/2004, si realizzerà una simulazione dei processi politici presso il Parlamento europeo a Strasburgo. Il tema sembra di stretta pertinenza dei presidenti di consulta, sia per il lavoro già svolto nell'ambito della Convenzione Italiana Giovani, sia per i compiti istituzionali delle consulte stesse, tra cui vi è quello di "promuovere iniziative di carattere transnazionale".
Gli studenti che parteciperanno all'iniziativa diventeranno i promotori - presso la Conferenza nazionale dei presidenti CPS, il Forum delle associazioni studentesche, le scuole e i gruppi giovanili - di una fase di informazione, divulgazione e sensibilizzazione alla tematica della costruzione europea.
La riforma della scuola va già nella direzione di una scuola europea nella sua ispirazione, ma radicata in un'identità nazionale solida, consolidata, condivisa. Una scuola europea nella sua visione comunitaria, ma capace di difendere e nutrire le tante identità locali che nel nostro Paese, come negli altri paesi europei, rappresentano un'inesauribile risorsa strategica.
Una scuola, dunque, che sappia costruire un'identità unica nella molteplicità delle culture, senza negare, anzi esaltando, il valore delle diversità.
Attuare questo progetto educativo e formativo significa consolidare le prospettive di stabilità politica e di sviluppo sociale di un'Europa allargata ed accrescere le opportunità legate ad un ciclo di sviluppo economico internazionale ormai indissolubilmente legato alle capacità di produrre conoscenza.
L'Italia, anche avvalendosi della responsabilità e dei poteri della Presidenza dell'Unione Europea che si avvierà il 1^ luglio 2003, intende giocare un ruolo di primo piano nella definizione di quella strategia di cooperazione culturale, tecnica e scientifica di cui abbiamo sempre più bisogno in Europa per affrontare molte delle problematiche del nostro tempo: sviluppo sostenibile, occupazione e qualità delle risorse umane, demografia e immigrazione, giustizia sociale, recupero del disagio giovanile, lotta alla droga e alla criminalità.
Il processo di formazione di un grande "spazio europeo" dell'educazione e della conoscenza è dunque già cominciato. L'Italia si avvia alla Presidenza europea, forte dell'approvazione della riforma degli ordinamenti scolastici, accelerando sul fronte dell'educazione con un programma che ha già avuto l'approvazione della commissaria Viviane Reading ed un'agenda in cui la lotta alla dispersione scolastica è in prima fila nell'ordine del giorno dei lavori semestrali.
La fiducia, la speranza e la determinazione che traspaiono dalle vostre esperienze provano che l'impresa europea non solo è possibile nell'avvenire, ma è davvero realizzabile, a partire da oggi, cominciando dall'Italia, dalla nostra scuola quotidiana.
Ripeto ancora: ragazzi, apritevi all'Europa, non chiudetevi in voi stessi. Chiedete ai vostri genitori, ai vostri insegnanti di approfondire questo nostro viaggio europeo, di analizzarne tutti gli aspetti umani, sociali, storici ed economici.
Voi avete a disposizione gli strumenti per farlo: vivete e studiate in Europa, un continente che ha un patrimonio unico di civiltà, di benessere, di solidarietà, di democrazia, un continente che è stato capace di superare guerre e divisioni interne e che dalla comprensione delle diversità ha saputo costruire una unità ricca delle differenze dei suoi popoli. Sono certa che questo studio e la riflessione comune sull'Europa rafforzeranno i legami di umanità e civiltà che restano alla base della nostra convivenza e che nessuna guerra potrà indebolire.

Auguri, ragazzi!