In ricordo di Papa Giovanni Paolo II


Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

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Ci hai lasciati, Padre Santo.
Ti sei consumato per noi.
In quest'ora
- per Te gloriosa, per noi dolente -
ci sentiamo abbandonati.
Ma Tu prendici per mano e guidaci
con quella Tua Mano che in questi mesi
si è fatta in Te anche parola.
Grazie, Padre Santo!

                                                                           
m.a.



(©L'Osservatore Romano - 3 Aprile 2005)

Giovanni Paolo II, Il Papa che ha cambiato la storia

Il cuore del Papa ha ceduto alle 21,37 di sabato. «Ha detto "Amen" e si è spento». Tre giorni di lutto nazionale. In piazza San Pietro, oltre 150 mila persone per la messa di suffragio. Sodano lo appella come un pontefice santo: «Giovanni Paolo II il Grande». Il presidente Ciampi rende omaggio alla salma. Da lunedì camera ardente aperta ai fedeli

 

Nella storia di Paolo Mieli

Quelle parole inascoltate di Enzo Biagi

Le chitarre, il silenzio di Gianni Riotta

Karol e i suoi ragazzi di Vittorio Messori

Foto, video, audio, testi

Il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, ha rilasciato la seguente dichiarazione:

Gli italiani tutti, io con loro, piangono il Santo Padre, il Papa che abbiamo sentito a noi tanto vicino.

Lo abbiamo amato. Lo abbiamo ammirato per la forza delle idee, il coraggio, la passione, la capacità di trasmettere valori e speranza a tutti noi, soprattutto ai nostri giovani, ai giovani di tutto il mondo. Abbiamo ammirato la Sua la straordinaria apertura al dialogo tra religioni ed etnie.

L'Italia è in lutto. Avverto, come tutti, un profondo dolore.

E' forte in me il ricordo dei tanti incontri, dei tanti colloqui. Mia moglie ed io conserveremo per sempre nel cuore la Sua voce, soprattutto i Suoi occhi luminosi e acuti, che ti scavavano nel profondo; il Suo sguardo, carico di affetto , che ti abbracciava prima ancora che Egli alzasse le braccia.

Non potrò mai dimenticare momenti straordinari come il raduno di milioni di giovani durante il Giubileo, nell'agosto del 2000, a Tor Vergata.

Né dimenticherò mai l'emozione che provai quando in una cerimonia ad Assisi, nel gennaio del 2002, il Santo Padre mi offrì di portare la lampada sul trìpode della pace .

Giovanni Paolo II ha segnato la storia.

Sarà ricordato come uno di quegli uomini che hanno indicato una strada, di libertà e di giustizia, e che l'hanno perseguita con tutte le loro forze.

In questo momento di profonda commozione, il pensiero va allo straordinario contributo che Egli ha dato al superamento della divisione tra Est ed Ovest, al Suo strenuo impegno per un ordine mondiale sorretto da principi ed obiettivi di pace, al Suo infaticabile apostolato in ogni angolo della terra in sostegno di una migliore condizione umana.

Egli ha comunicato speranza e fiducia a tutti noi. Ha scolpito le coscienze con i valori che danno senso e dignità alla vita delle persone e della società umana.

Giovanni Paolo II ha creduto nella forza dello spirito e ha testimoniato, con il Suo indomito coraggio e la serenità nella sofferenza, la fortezza che permette di affrontare qualsiasi ostacolo, di operare per il bene in ogni circostanza.

Egli continuerà a vivere nei nostri cuori, nella riconoscenza per la Sua testimonianza, per il Suo esempio.

Egli è stato vero apostolo di pace nel mondo intero.

L'Italia, Roma - la Sua Diocesi che si sta riversando in Piazza San Pietro - piangono la perdita di un Padre, di una persona amata.

domenica 3 aprile 2005

Papa: governo dichiara tre giorni di lutto nazionale

 

Tuttoscuola, nell'unirsi al cordoglio di milioni di credenti e di laici che hanno amato e ammirato il grande “Papa che ha cambiato il mondo” vuole ricordare in questi giorni di lutto alcuni suoi pensieri dedicati ai giovani

 

1. Vi ho cercato, siete venuti da me

 

L'ultimo pensiero di Giovanni Paolo II e' stato per loro, per i giovani che ha incontrato in tutte le parti del mondo nei suoi viaggi e ai quali ha dedicato tanto del suo pontificato. Dal letto di morte, percependo la presenza di migliaia di giovani fedeli in piazza San Pietro, prima del suo “amen” di commiato da questo mondo, Karol Wojtyla ha avuto per i suoi Papa-boys le ultime parole: “Vi ho cercato, siete venuti da me e per questo vi ringrazio”..

 

2. Pagate di persona. Non siate strumenti di violenza

 

Cari amici, vedo in voi le "sentinelle del mattino" (cfr Is 21,11-12) in quest'alba del terzo millennio. Nel corso del secolo che muore, giovani come voi venivano convocati in adunate oceaniche per imparare ad odiare, venivano mandati a combattere gli uni contro gli altri. I diversi messianismi secolarizzati, che hanno tentato di sostituire la speranza cristiana, si sono poi rivelati veri e propri inferni. Oggi siete qui convenuti per affermare che nel nuovo secolo voi non vi presterete ad essere strumenti di violenza e distruzione; difenderete la pace, pagando anche di persona se necessario. Voi non vi rassegnerete ad un mondo in cui altri esseri umani muoiono di fame, restano analfabeti, mancano di lavoro. Voi difenderete la vita in ogni momento del suo sviluppo terreno, vi sforzerete con ogni vostra energia di rendere questa terra sempre piu' abitabile per tutti. (Giubileo dei giovani – Roma 2000)

 

3. Operate per la pace

 

Penso anche a chi ha intrapreso un cammino di speciale consacrazione ed alla fatica che deve a volte affrontare per perseverare nella dedizione a Dio e ai fratelli. Penso ancora a chi vuol vivere rapporti di solidarieta' e di amore in un mondo dove sembra valere soltanto la logica del profitto e dell'interesse personale o di gruppo. Penso altresi' a chi opera per la pace e vede nascere e svilupparsi in varie parti del mondo nuovi focolai di guerra; penso a chi opera per la liberta' dell'uomo e lo vede ancora schiavo di se stesso e degli altri; penso a chi lotta per far amare e rispettare la vita umana e deve assistere a frequenti attentati contro di essa, contro il rispetto ad essa dovuto.

(Giubileo dei giovani – Roma 2000)

 

4. Rifiutate la mediocrita'

 

E' Gesu' che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volonta' di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrita', il coraggio di impegnarvi con umilta' e perseveranza per migliorare voi stessi e la societa', rendendola piu' umana e fraterna. Carissimi giovani, in questi nobili compiti non siete soli.

(Giubileo dei giovani – Roma 2000)

 

5. Il miraggio della vita facile

 

Di questa testimonianza ha estremo bisogno la nostra societa', ne hanno bisogno piu' che mai i giovani, spesso tentati dai miraggi di una vita facile e comoda, dalla droga e dall'edonismo, per trovarsi poi nelle spire della disperazione, del non senso, della violenza. E' urgente cambiare strada nella direzione di Cristo, che e' anche la direzione della giustizia, della solidarieta', dell'impegno per una societa' ed un futuro degni dell'uomo.

(Giubileo dei giovani – Roma 2000)

 

6. Vicino ai poveri

 

Cari giovani, invito voi, in modo particolare, a prendere iniziative concrete di solidarieta' e di condivisione accanto e con i piu' poveri. Prendete parte con generosita' a qualcuno dei progetti che nei diversi paesi vedono impegnati altri vostri coetanei in gesti di fraternita' e solidarieta': sara' un modo di “restituire” al Signore nella persona dei poveri almeno qualcosa di tutto cio' che Egli ha dato a voi, piu' fortunati. E potra' essere anche l'espressione immediatamente visibile di una scelta di fondo: quella di orientare decisamente la vita verso Dio ed i fratelli.

(Giornata mondiale della gioventu' 1999)

 

7. Essere uomini nuovi

 

Ma – vi domando – e' meglio rassegnarsi ad una vita senza ideali, ad un mondo costruito a propria immagine e somiglianza, o piuttosto cercare generosamente la verita', il bene, la giustizia, lavorare per un mondo che rispecchi la bellezza di Dio, anche a costo di dover affrontare le prove che questo comporta? Abbattete le barriere della superficialita' e della paura! Riconoscendovi come uomini e donne «nuovi»,

(Giornata mondiale della gioventu' 1997)

 

8. Lo stile di vita richiede educazione

 

"Beati gli operatori di pace" (Mt 5,9). Anche i piccoli possono esserlo! Anch'essi debbono allenarsi al dialogo e imparare a "vincere il male col bene", come ho ricordato a tutti nel recente Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace. Occorre vincere l'ingiustizia con la giustizia, la menzogna con la verita', la vendetta col perdono, l'odio con l'amore. Questo stile di vita non si improvvisa, ma richiede educazione fin dall'infanzia. Un'educazione fatta di saggi insegnamenti e soprattutto di validi modelli in famiglia, nella scuola e in ogni ambito della societa'.

(Angelus di domenica 30 gennaio 2005)

 

IL MINISTRO MORATTI RICORDA GIOVANNI PAOLO II "UN PAPA CHE SAPEVA DARE VOCE ALLE SPERANZE DEI GIOVANI"

 

Un Papa che amava i giovani, che sapeva dare voce alle loro speranze, alla loro sete di amore, di giustizia, di libertà e di pace.

Un Papa che poneva l'educazione e la cultura al centro della crescita della persona.

 

Di lui ho un ricordo personale che rimarrà per sempre nel mio cuore: la carezza che mi diede il 14 novembre 2002 quando si recò in visita al Parlamento.

 

Considero quel gesto come una carezza simbolica rivolta a tutti i giovani, ai genitori, a quanti lavorano nella grande famiglia della scuola italiana.

Roma, 3 aprile 2005

 

IL MINISTRO MORATTI AGLI INSEGNANTI: "KAROL WOITYLA UOMO, PADRE E PAPA PUNTO DI RIFERIMENTO PER TUTTI I GIOVANI: IN CLASSE MOMENTI DI RIFLESSIONE SULLA SUA EREDITÀ MORALE E SPIRITUALE"

 

 Il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, Letizia Moratti, ha inviato oggi agli insegnanti delle scuole di tutta Italia la seguente lettera:

 

 "Cari insegnanti, la grande emozione vissuta in tutto il mondo per la scomparsa di Giovanni Paolo II induce alla riflessione sulla portata storica di questo Papa, che nel suo lungo pontificato è diventato un punto di riferimento per tutti gli uomini e per tutte le donne, al di là di ogni fede e di ogni cultura.

 

 Vorrei sottolineare in particolare un aspetto di Karol Woityla Uomo, Padre e Papa: il suo intenso rapporto con i giovani, cercato fino agli ultimi istanti della sua vita. Egli infatti ha saputo dare voce alle loro speranze, alla loro sete di amore, di giustizia, di libertà e di pace.

 

 In un mondo nel quale i giovani non sempre hanno punti di riferimento certi, modelli positivi, la possibilità di un dialogo con noi adulti spesso distratti dai nostri problemi, Giovanni Paolo II ha saputo ascoltarli, capirli, renderli protagonisti.

 

 Entrando nei loro cuori e nelle loro menti, egli ha saputo trasmettere con un'autenticità e una coerenza esemplari i valori universali dell'uomo: l'amore per la vita e il rispetto della dignità della persona; il rispetto per l'altro, anche per chi non ci ama; il dialogo tra le diverse culture e religioni; la speranza per il futuro del mondo.

 

 Il suo messaggio d'amore si è contrapposto a quello dell'odio che ha creato nel XX secolo i totalitarismi, animati da ideologie che egli ha contribuito ad abbattere.

 

 Penso sia importante pertanto, oltre ad osservare durante le lezioni il minuto di silenzio indetto per venerdì 8 aprile alle ore 12 in occasione dei funerali, promuovere in classe momenti di riflessione su questo grande uomo e sul suo messaggio, condividendo con i vostri alunni la sua eredità morale e spirituale.

 

 Letizia Moratti".

Roma, 4 aprile 2005

 

IL TESTAMENTO DEL PAPA TOTUS TUUS

7 Aprile 2005

 

 "Totus Tuus ego sum Nel Nome della Santissima Trinità. Amen". Inizia così il testo del testamento del papa Giovanni Paolo II in data 6 marzo 1979 con le aggiunte successive.

    "Vegliate, perchè non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà" (cf. Mt 24, 42) - queste parole mi ricordano l'ultima chiamata, che avverrà nel momento in cui il Signore vorrà. Desidero seguirLo e desidero che tutto ciò che fa parte della mia vita terrena mi prepari a questo momento. Non so quando esso verrà, ma come tutto, anche questo momento depongo nelle mani della Madre del mio Maestro: Totus Tuus.

   Nelle stesse mani materne lascio tutto e Tutti coloro con i quali mi ha collegato la mia vita e la mia vocazione. In queste Mani lascio soprattutto la Chiesa, e anche la mia Nazione e tutta l'umanità. Ringrazio tutti. A tutti chiedo perdono. Chiedo anche la preghiera, affinchè la Misericordia di Dio si mostri più grande della mia debolezza e indegnità.

    Durante gli esercizi spirituali ho riletto il testamento del Santo Padre Paolo VI. Questa lettura mi ha spinto a scrivere il presente testamento.

    Non lascio dietro di me alcuna proprietà di cui sia necessario disporre. Quanto alle cose di uso quotidiano che mi servivano, chiedo di distribuirle come apparirà opportuno. Gli appunti personali siano bruciati. Chiedo che su questo vigili don Stanislao, che ringrazio per la collaborazione e l'aiuto così prolungato negli anni e così comprensivo. Tutti gli altri ringraziamenti invece, li lascio nel cuore davanti a Dio stesso, perchè è difficile esprimerli.

    Per quanto riguarda il funerale, ripeto le stesse disposizioni, che ha dato il Santo Padre Paolo VI. (qui nota al margine: il sepolcro nella terra, non in un sarcofago, 13.3.92)."Apud Dominum misericordia  et copiosa apud Eum redemptio". Segue la firma e la data e poi un'aggiunta del 5 marzo 1990: "Dopo la morte chiedo Sante Messe e preghiere".

 

Poi un foglio senza data: "Esprimo la più profonda fiducia che, malgrado tutta la mia debolezza, il Signore mi concederà ogni grazia necessaria per affrontare secondo la Sua volontà qualsiasi compito, prova e sofferenza che vorrà richiedere dal Suo servo, nel corso della vita. Ho anche fiducia che non permetterà mai che, mediante qualche mio atteggiamento: parole, opere o omissioni, possa tradire i miei obblighi in questa santa Sede Petrina.

 

    "Anche durante questi esercizi spirituali  - si legge in data degli esercizi spirituali 24 febbraio-3 marzo 1980 - ho riflettuto sulla verità del Sacerdozio di Cristo nella prospettiva di quel Transito che per ognuno di noi è il momento della propria morte. Del congedo da questo mondo - per nascere all'altro, al mondo futuro, segno eloquente (aggiunto sopra: decisivo) è per noi la Risurrezione di Cristo.

    Ho letto dunque la registrazione del mio testamento dell'ultimo anno, fatta anch'essa durante gli esercizi spirituali - l'ho paragonata con il testamento del mio grande Predecessore e Padre Paolo VI, con quella sublime testimonianza sulla morte di un cristiano e di un papa - e ho rinnovato in me la coscienza delle questioni, alle quali si riferisce la registrazione del 6.III. 1979 preparata da me (in modo piuttosto provvisorio).

    Oggi desidero aggiungere ad essa solo questo, che ognuno deve tener presente la prospettiva della morte. E deve esser pronto a presentarsi davanti al Signore e al Giudice - e contemporaneamente Redentore e Padre. Allora anche io prendo in considerazione questo continuamente, affidando quel momento decisivo alla Madre di Cristo e della Chiesa - alla Madre della mia speranza. I tempi, nei quali viviamo, sono indicibilmente difficili e inquieti. Difficile e tesa è diventata anche la via della Chiesa, prova caratteristica di questi tempi - tanto per i Fedeli, quanto per i Pastori. In alcuni Paesi (come p.e. in quello di cui ho letto durante gli esercizi spirituali), la Chiesa si trova in un periodo di persecuzione tale, da non essere inferiore a quelle dei primi secoli, anzi li supera per il grado della spietatezza e dell'odio. Sanguis martyrum - semen christianorum. E oltre questo - tante persone scompaiono innocentemente, anche in questo Paese in cui viviamo...

    Desidero ancora una volta totalmente affidarmi alla grazia del Signore. Egli stesso deciderà quando e come devo finire la mia vita terrena e il ministero pastorale. Nella vita e nella morte Totus Tuus mediante l'Immacolata. Accettando già ora questa morte, spero che il Cristo mi dia la grazia per l'ultimo passaggio, cioè la [mia] Pasqua. Spero anche che la renda utile anche per questa più importante causa alla quale cerco di servire: la salvezza degli uomini, la salvaguardia della famiglia umana, e in essa di tutte le nazioni e dei popoli (tra essi mi rivolgo anche in modo particolare alla mia Patria terrena), utile per le persone che in modo particolare mi ha affidato, per la questione della Chiesa, per la gloria dello stesso Dio.

    Non desidero aggiungere niente a quello che ho scritto un anno fa - solo esprimere questa prontezza e contemporaneamente questa fiducia, alla quale i presenti esercizi spirituali di nuovo mi hanno disposto". Dopo la firma segue "Totus Tuus ego sum".

 

Il 3 marzo 1982 si legge: "Nel corso degli esercizi spirituali di quest'anno ho letto (più volte) il testo del testamento del 6.III.1979. Malgrado che tuttora lo consideri come provvisorio (non definitivo), lo lascio nella forma nella quale esiste. Non cambio (per ora) niente, e neppure aggiungo, per quanto riguarda le disposizioni in esso contenute.

    L'attentato alla mia vita il 13.V.1981 in qualche modo ha confermato l'esattezza delle parole scritte nel periodo degli esercizi spirituali del 1980 (24.II - 1.III)  Tanto più profondamente sento che mi trovo totalmente nelle Mani di Dio - e resto continuamente a disposizione del mio Signore, affidandomi a Lui nella Sua Immacolata Madre (Totus Tuus)".

  

E il 5 marzo 1982 aggiunge "In connessione con l'ultima frase del mio testamento del 6.III 1979 (: "Sul luogo /il luogo cioè del funerale/ decida il Collegio Cardinalizio e i Connazionali") - chiarisco che ho in mente: il metropolita di Cracovia o il Consiglio Generale dell'Episcopato della Polonia - al Collegio Cardinalizio chiedo intanto di soddisfare in quanto possibile le eventuali domande dei su elencati".

Il 1 marzo 1985 (nel corso degli esercizi spirituali) si legge  "Ancora - per quanto riguarda l'espressione "Collegio Cardinalizio e i Connazionali": il "Collegio Cardinalizio" non ha nessun obbligo di interpellare su questo argomento "i Connazionali"; può tuttavia farlo, se per qualche motivo lo riterrà giusto". E la firma è una sigla "JPII".

  

Si salta poi agli esercizi spirituali dell'anno giubilare 2000 che si svolgono dal 12 al 18 marzo.

   "Quando nel giorno 16 ottobre 1978 il conclave dei cardinali scelse Giovanni Paolo II, - vi si legge - il Primate della Polonia Card. Stefan Wyszynski mi disse: "Il compito del nuovo papa sarà di introdurre la Chiesa nel Terzo Millennio". Non so se ripeto esattamente la frase, ma almeno tale era il senso di ciò che allora sentii. Lo disse l'Uomo che è passato alla storia come Primate del Millennio. Un grande Primate. Sono stato testimone della sua missione, del Suo totale affidamento. Delle Sue lotte: della Sua vittoria. "La vittoria, quando avverrà, sarà una vittoria mediante Maria" - queste parole del suo Predecessore, il card. August Hlond, soleva ripetere il Primate del Millennio.

   In questo modo sono stato in qualche maniera preparato al compito che il giorno 16 ottobre 1978 si è presentato davanti a me. Nel momento in cui scrivo queste parole, l'Anno giubilare del 2000 è già una realtà in atto. La notte del 24 dicembre 1999 è stata aperta la simbolica Porta del Grande Giubileo nella Basilica di San Pietro, in seguito quella di San Giovanni in Laterano, poi di Santa Maria Maggiore - a capodanno, e il giorno 19 gennaio la Porta della Basilica di San Paolo "fuori le mura". Quest'ultimo avvenimento, per via del suo carattere ecumenico, è restato impresso nella memoria in modo particolare.

   2. A misura che l'Anno Giubilare 2000 va avanti, di giorno in giorno si chiude dietro di noi il secolo ventesimo e si apre il secolo ventunesimo. Secondo i disegni della Provvidenza mi è stato dato di vivere nel difficile secolo che se ne sta andando nel passato, e ora nell'anno in cui l'età della mia vita giunge agli anni ottanta ("octogesima adveniens"), bisogna domandarsi se non sia il tempo di ripetere con il biblico Simeone "Nunc dimittis".

   Nel giorno del 13 maggio 1981, il giorno dell'attentato al Papa durante l'udienza generale in Piazza San Pietro, la Divina Provvidenza mi ha salvato in modo miracoloso dalla morte. Colui che è unico Signore della vita e della morte Lui stesso mi ha prolungato questa vita, in un certo modo me l'ha donata di nuovo. Da questo momento essa ancora di più appartiene a Lui. Spero che Egli mi aiuterà a riconoscere fino a quando devo continuare questo servizio, al quale mi ha chiamato nel giorno 16 ottobre 1978. Gli chiedo di volermi richiamare quando Egli stesso vorrà. "Nella vita e nella morte apparteniamo al Signore... siamo del Signore" (cf. Rm 14, 8). Spero anche che fino a quando mi sarà donato di compiere il servizio Petrino nella Chiesa, la Misericordia di Dio voglia prestarmi le forze necessarie per questo servizio.

   3. Come ogni anno durante gli esercizi spirituali ho letto il mio testamento del 6.III.1979. Continuo a mantenere le disposizioni contenute in esso. Quello che allora, e anche durante i successivi esercizi spirituali è stato aggiunto costituisce un riflesso della difficile e tesa situazione generale, che ha marcato gli anni ottanta. Dall'autunno dell'anno 1989 questa situazione è cambiata. L'ultimo decennio del secolo passato è stato libero dalle precedenti tensioni; ciò non significa che non abbia portato con sè nuovi problemi e difficoltà. In modo particolare sia lode alla Provvidenza Divina per questo, che il periodo della così detta "guerra fredda" è finito senza il violento conflitto nucleare, di cui pesava sul mondo il pericolo nel

periodo precedente.

   4. Stando sulla soglia del terzo millennio "in medio Ecclesiae", desidero ancora una volta esprimere gratitudine allo Spirito Santo per il grande dono del Concilio Vaticano II, al quale insieme con l'intera Chiesa - e soprattutto con l'intero episcopato - mi sento debitore. Sono convinto che ancora a lungo sarà dato alle nuove generazioni di attingere alle ricchezze che questo Concilio del XX secolo ci ha elargito. Come vescovo che ha partecipato all'evento conciliare dal primo all'ultimo giorno, desidero affidare questo grande patrimonio a tutti coloro che sono e saranno in futuro chiamati a realizzarlo. Per parte mia ringrazio l'eterno Pastore che mi ha permesso di servire questa grandissima causa nel corso di tutti gli anni del mio pontificato.

   "In medio Ecclesiae"... dai primi anni del servizio vescovile - appunto grazie al Concilio - mi è stato dato di sperimentare la fraterna comunione dell'Episcopato. Come sacerdote dell'Arcidiocesi di Cracovia avevo sperimentato che cosa fosse la fraterna comunione del presbiterio - il Concilio ha aperto una nuova dimensione di questa esperienza.

   5. Quante persone dovrei qui elencare! Probabilmente il Signore Dio ha chiamato a Sè la maggioranza di esse - quanto a coloro che ancora si trovano da questa parte, le parole di questo testamento li ricordino, tutti e dappertutto, dovunque si trovino.

   Nel corso di più di vent'anni da cui svolgo il servizio Petrino "in medio Ecclesiae" ho sperimentato la benevola e quanto mai feconda collaborazione di tanti Cardinali,

Arcivescovi e Vescovi, tanti sacerdoti, tante persone consacrate - Fratelli e Sorelle - infine di tantissime persone laiche, nell'ambiente curiale, nel Vicariato della Diocesi di Roma, nonchè fuori di questi ambienti. Come non abbracciare con grata memoria tutti gli Episcopati nel mondo, con i quali mi sono incontrato nel succedersi delle visite "ad limina Apostolorum"! Come non ricordare anche tanti Fratelli cristiani - non cattolici! E il rabbino di Roma e così numerosi rappresentanti delle religioni non cristiane! E quanti rappresentanti del mondo della cultura, della scienza, della politica, dei mezzi di comunicazione sociale!

6. A misura che si avvicina il limite della mia vita terrena ritorno con la memoria all'inizio, ai miei Genitori, al Fratello e alla Sorella (che non ho conosciuto, perchè morì prima della mia nascita), alla parrocchia di Wadowice, dove sono stato battezzato, a quella città del mio amore, ai coetanei, compagne e compagni della scuola elementare, del ginnasio, dell'università, fino ai tempi dell'occupazione, quando lavorai come operaio, e in seguito alla parrocchia di Niegowic, a quella cracoviana di S. Floriano, alla pastorale degli accademici, all'ambiente... a tutti gli ambienti... a Cracovia e a Roma... alle persone che in modo speciale mi sono state affidate dal Signore.

   A tutti voglio dire uno sola cosa: "Dio vi ricompensi"

"In manus Tuas, Domine, commendo spiritum meum". La data è del 17 marzo 2000.

 

 

 

L'ultimo abbraccio: «Santo, santo»